Autore: Cerebro Srl
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7 novembre 2023
“Sarà solo stress”. Quanto lo abbiamo detto o sentito? “Solo stress” come se non fosse così importante. Per definizione è una reazione che si manifesta quando si percepisce uno squilibrio tra le sollecitazioni ricevute e le risorse a disposizione. La scienza oggi dice, ribadisce e conferma che non solo è importante, ma lo è in modo tale da potersi ripercuotere su ogni aspetto della vita. Il ventaglio delle conseguenze che l’eccesso di stress alla lunga può innescare, a vari gradi, va dalla capacità di ricordare e gestire le emozioni fino allo sviluppo di disturbi neurologici. Ne possono risentire il ciclo sonno-veglia, l’umore, con perdita di piacere e interesse nelle cose, la concentrazione, la salute vascolare. «L’elenco delle problematiche indotte da una condizione di stress prolungato è più lunga di quanto si possa immaginare, anche se ancora oggi si fa poco per adottare strategie di gestione efficaci per ridurlo» interviene Federica Peci, neuropsicologa, esperta di biotecnologie per la riabilitazione cerebrale e la prevenzione sana, CEO di Cerebro®. Ne soffrono 9 italiani su 10 Il problema è su vasta scala tanto che oggi lo stress è considerato dagli esperti un’epidemia. Stando i dati ne soffrono 9 italiani su 10. Per questo, per mettere tutti al corrente dei rischi causati dall’eccesso di stress l'International Stress Management Association ha istituito lo “Stress Awareness Day”, una giornata per la consapevolezza dello stress, che ricorre il 7 novembre. A Milano, all’interno del Congresso Internazionale Hands On di Medicina, Odontoiatria, Ginecologia e Medicina Estetica, organizzato da IAPEM, venerdì 3 novembre è stata dedicata una giornata a tema. Il dottor Samorindo Peci, la dottoressa Federica Peci e la dottoressa Rosjana Pica, sono intervenuti con un focus sul legame tra stress e cervello, esaminandolo da diversi punti di vista: dalla fisiologia all’alimentazione, passando per i neuroni. A chi rivolgersi I sintomi più comuni dello stress sono vari: mal di testa, mal di stomaco, caduta di capelli, tic, ansia, insonnia, perdita del controllo delle proprie emozioni. Riconoscere questi campanelli di allarme è un buon primo passo poi bisogna prendere in mano le redini della situazione. Ma a chi rivolgersi? «Il neuropsicologo è una delle figure di riferimento» risponde Federica Peci. «Attraverso la valutazione neuropsicologica valuta i livelli di attenzione, memoria, la capacità di gestire più compiti allo stesso momento, questo serve a individuare le eventuali aree deficitarie e i punti di forza e stabilire, se necessario, un piano di stimolazione o potenziamento cognitivo». Una risorsa dalla Fotobiomodulazione transcranica Particolari tecniche di rilassamento, insieme all’indicazione di svolgere esercizio fisico in modo regolare, possono aiutare ad alleviare lo stress, ma la ricerca messa in campo dalle Neuroscienze offre la possibilità attraverso le biotecnologie di sfruttare tecniche efficaci per ridurne i livelli. «Quando le nostre cellule cerebrali (neuroni) sono affaticate e “stressate” perdiamo la nostra lucidità mentale, la nostra capacità di ragionamento multitasking e ci spaventiamo perché pensiamo di avere problemi di memoria, quando in realtà non è così. In assenza di patologie neurologiche si può ricorrere alla Fotobiomodulazione transcranica . La luce nel vicino infrarosso, a una determinata lunghezza d’onda, innesca una serie di cambiamenti biochimici e fisiologici a cascata: potenzia i sistemi antiossidanti, protegge dalla tossicità cerebrale, promuove la formazione di nuovi neuroni e nuove sinapsi, aumenta l’ossigenazione cerebrale e favorisce l’eliminazione di sostanze tossiche. In altre parole riduce la sintomatologia che aveva messo in allarme». L’importanza dell’alimentazione Anche l’alimentazione svolge un ruolo importante nella gestione dello stress, come spiega Rosjana Pica, biologa, esperta in Nutrizione ed executive researcher di Cerebro®. «Quando siamo stressati, il sistema nervoso autonomo che regola la risposta tipica del “combatti o fuggi” è iperattivato. Questo crea degli scompensi nel corpo che così produce una dose maggiore di agenti ossidanti, causa dell’invecchiamento, e indebolisce i sistemi che ci proteggono. Per far fronte a una situazione del genere occorre aumentare il consumo di alimenti ricchi di vitamina C come kiwi, fragole e peperoni, e vitamine del gruppo B presenti nelle verdure a foglia verde, nei legumi e nei cereali integrali. Occorre anche porre attenzione ai sali minerali, come Magnesio e Zinco, importanti per la corretta trasmissione degli impulsi nervosi e per mantenere in equilibrio il sistema immunitario. Inoltre, può essere utile consumare alimenti che “favoriscono il rilassamento”. Tra questi ritroviamo mandorle, noci brasiliane, banane, uova, yogurt e cioccolato, ricco di triptofano da cui viene prodotta la serotonina, l’ormone del buonumore».