Facciamo il punto con il dottor
Massimo Amabili, psicologo e psicoterapeuta, specializzato in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale e responsabile dello
Studio Mind Lab
di Martinsicuro, in provincia di Teramo, centro di riferimento per la salute psicologica del territorio.
Si dice “non c’è salute, senza salute mentale”: secondo lei come stanno gli italiani oggi?
Male. La società sta ripartendo, è vero, si comincia a intravedere il ritorno alla normalità, ma allo stesso tempo sono sempre più evidenti le tante ferite lasciate dalla pandemia. Il Covid-19 ha provocato un’ondata di disagio psicologico che si è tradotta in depressione, ansia, autolesionismo, disturbi psicosomatici, disturbi del comportamento alimentare. È un disagio che ha colpito in maniera trasversale tutte le fasce di età. L’impatto della pandemia su coloro che erano già alle prese con problematiche psicopatologiche è un tema che ha preoccupato fin dall’inizio, ma le conseguenze sono state importanti soprattutto per le “situazioni sotto soglia” che non avevano ancora una condizione conclamata ma vulnerabilità nascoste.
Quali sono i disagi più comuni?
Ansia e depressione sono i grandi mali delle nuove generazioni. Tra gli adulti sono tanti i casi di Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC), Depressione Maggiore, Distimia, Disturbo di Panico, Disturbi Psicosomatici e Disturbi di personalità. Tra i più giovani, invece spiccano tra tutti i Disturbi alimentari: l’incidenza di anoressia e bulimia è aumentata del 30% per effetto della pandemia, con un picco soprattutto tra i giovanissimi (12-17 anni di età, di entrambi i sessi), colpiti fino a 4 volte di più rispetto al periodo pre-Covid.
Questi sono i dati attuali, per il resto ci vorrà tempo per tirare le somme e valutare a pieno le ripercussioni che i traumi e il disagio sperimentati avranno sulla salute mentale in generale e, nello specifico, sui comportamenti alimentari dei giovani (e non solo).
Quali sono le nuove strade terapeutiche?
L’EMDR, ad esempio. È un metodo psicoterapico strutturato con una solida base nelle Neuroscienze che facilita il trattamento di diverse psicopatologie e problemi legati sia ad eventi traumatici, che a esperienze più comuni ma emotivamente stressanti. Si tratta di un approccio psicoterapico interattivo e standardizzato, scientificamente comprovato da più di 44 studi randomizzati controllati condotti su pazienti traumatizzati e documentato in centinaia di pubblicazioni che ne riportano l’efficacia nel trattamento di numerose psicopatologie, inclusi depressione, ansia, fobie, lutto acuto, sintomi somatici e dipendenze.
La terapia EMDR ha come base teorica il modello AIP (Adaptive Information Processing) che affronta i ricordi non elaborati che possono dare origine a molte disfunzioni. Numerosi studi neurofisiologici hanno documentato i rapidi effetti post-trattamento EMDR.
Altre molto promettenti sono la Flash Technique, il Neurofeedback dinamico e l’integrazione alle terapie tradizionali della stimolazione cerebrale attraverso le moderne biotecnologie (come NIR, fTMS e fTMS Plus). Alla base della Stimolazione Cerebrale vi è il fenomeno della “Neuroplasticità”, ovvero la capacità del nostro Sistema Nervoso di modificare la sua struttura in risposta a una varietà di fattori intrinseci o estrinseci. Si fa largo quindi la concreta ipotesi che vi siano dei fattori interni o esterni che limitano la capacità del Sistema Nervoso di produrre nuove cellule e nuove connessioni. La stimolazione attraverso queste apparecchiature migliora invece la neurogenesi, permettendoci di lavorare con maggiore specificità sul substrato biologico cerebrale della mente umana, facilitando e potenziando le tradizionali psicoterapie.
In quali casi sono percorribili?
Le applicazioni possibili sono moltissime, le moderne psicoterapie sopracitate riescono ad avere un’ottima percentuale di successo sui disturbi mentali. Arrivano costantemente risultati incoraggianti anche dalla ricerca sull’impiego della neurostimolazione: infiammazione cerebrale, patologie neurologiche come Parkinson, Alzheimer, Vasculopatie, SLA, Sclerosi Multipla, Sindrome di Tourette, Ictus, Nebbia cognitiva, Sindrome da Long Covid, trauma cranico, Depressione Maggiore, disturbi del sonno, stress, emicranie, dipendenze patologiche, ed altre condizioni critiche possono trarre beneficio concreto dall’impiego di tali terapie. Così come condizioni non patologiche: attività sportive intense, situazioni lavorative manageriali con elevati livelli di affaticamento e stanchezza mentale.
Secondo lei c’è un’informazione adeguata su queste strade terapeutiche oppure ancora non si conoscono abbastanza?
Assolutamente no, neanche tra gli addetti ai lavori. Per esempio, sono tanti i medici che non conoscono affatto o in modo molto sommario le possibilità diagnostiche offerte da una spettroscopia che esiste da oltre 20 anni! Fortunatamente vi sono anche molti specialisti eccellenti e in costante aggiornamento che hanno cominciato a riconsiderare il concetto di salute e di malattia, superando la divisione cartesiana tra mente e corpo: vanno curati insieme come un sistema complesso in costante interazione. Seguendo questa visione moderna della medicina è impossibile non incuriosirsi rispetto ai benefici delle psicoterapie in generale, e dei vantaggi offerti dalle biotecnologie. Ma la salute mentale è ancora guardata con pregiudizio, abbiamo bisogno di molta informazione ed educazione alla salute del cervello.
A proposito di pregiudizio, quanto pesa ancora lo stigma sociale?
Parecchio. Nessuno si fa problemi nel dire ‘ho male al fegato, ho mal di cuore’, ma i disagi mentali si nascondono, si fa ancora tanta fatica a parlarne, d’altronde è diversa la reazione di chi ascolta. E questo comporta spesso un grave ritardo nella presa in carico del problema. Citando la dottoressa Sassaroli voglio ricordare che “nessuno è predestinato alla sofferenza mentale”: oggi è possibile ricevere cure adeguate.